martedì 7 maggio 2019

LE NOSTRE RIFLESSIONI SULL’INCONTRO CON UN EX DEPORTATO





Gracile e con profondi occhi blu, ci ha raccontato di come fosse stato deportato nei campi di Ebensee e Mauthasen, mostrandoci il suo numero di riconoscimento che aveva fatto incidere anche su un bracciale che portava al polso.
Quest'uomo ha oggi 93 anni ed è riuscito a vincere la morte di che quasi sicuramente sarebbe avvenuta nei campi, è riuscito a mantenere la propria dignità, non lasciandosi così trasformare in uno stück, in un pezzo di carne senza libertà di scelta o di pensiero.
Per questo motivo quest'uomo è divenuto per me simbolo di forza e di coraggio che non può essergli cancellata da nessuno, poiché si tratta di qualcosa di ben più grande che si trova dentro tutti noi. 
Ormai per noi ragazzi le possibilità di conoscere e sentir raccontare questi fatti storici direttamente da ex deportati sono più uniche che rare e posso dirmi per questo fiera ed orgogliosa di averne avuto 
l'opportunità, perché incontri del genere possono davvero cambiarti la vita.
Beatrice

L'incontro con l'ex deportato è stato uno dei momenti più emozionanti di tutto il viaggio.È difficile descrivere le emozioni che ho provato quando l'ho visto,mai mi sarei aspettata di poter conoscere e ascoltare la sua drammatica storia.La tristezza mi ha assalita perché ha subíto molte atrocità e ancora oggi ne porta i segni sulla pelle e nell'animo.Mi sono sentita onorata di stringergli la mano perché è sempre più difficile incontrare i sopravvissuti, testimonianze viventi delle brutalità che hanno subito.
Anthea

Vederlo solo da lontano mi faceva sentire realizzata. Quando mi ha stretto la mano ho capito tutto; è stata come una scossa elettrica, una scarica di energia che ti fa tornare indietro nel tempo. Il suo tocco trasmetteva la sofferenza, il dolore, l'angoscia, ma anche la forza, la commozione di vedere così tanti giovani ostinati a rendere il mondo più bello, un mondo di pace. Mi sento così fortunata.
Lisa

Durante la visita al campo di Mauthausen abbiamo assistito ad un evento eccezionale!
Ovvero abbiamo avuto l'incredibile onore e emozione di vedere e stringere la mano ad un ex deportato ebreo di 93 anni. Constatare e ammirare con i nostri occhi e sentire sulla nostra pelle il dolore ma allo stesso tempo anche la speranza che trasparivano e trasmettevano lo sguardo di questo eroe, è stato sicuramente un evento unico e indimenticabile, una cosa che ci porteremo per tutta la vita.
Gioele

Quando ho visto quegli ex deportati mi sono veramente commossa, sapere che loro avevano visto e vissuto gli orrori raccontati da Paolo e Laura e che erano sopravvissuti a essi mi ha fatto venire i brividi. Stringere la mano a quell’anziani signore e vedere i suoi occhi calmi mi ha fatto provare ammirazione per quell’uomo che probabilmente non provava nemmeno una goccia di rancore per quelle persone che gli avevano fatto patire le pene dell’inferno.
So che questa è stata un’occasione che, col passare degli anni, diventerà sempre più rara spero, di avere il coraggio di tramandare tutto ciò che ho visto e appreso durante questo viaggio, soprattutto quando i testimoni diretti non ci saranno più.
Ester

Per me è stato molto istruttivo e mi ha fatto maturare psicologicamente.Quando ho incontrato l’anziano,ex deportato,mi sono commossa.Ho provato felicità perché era sopravvissuto e poteva testimoniare l’accaduto ma anche rabbia per le violenze che gli sono state inflitte.È stato emozionante stringergli la mano perché oggi è veramente difficile incontrare un testimone oculare.Questa esperienza mi ha fatto capire che bisogna credere e lottare per i propri ideali ma senza danneggiare il prossimo.
Alessia

L’incontro con l’ex deportato è stato uno di quegli incontri che ti cambiano la vita. Con una semplice e veloce stretta di mano è riuscito a trasmettermi tutta la sofferenza, la tristezza, la paura, ma anche la gioia e la speranza che riponeva verso il futuro è noi giovani.
Quello sguardo, azzurro e profondo come il cielo, mi ha dato la forza e la consapevolezza di riuscire a superare ogni cosa, convincendomi che nonostante tutte le difficoltà della vita, io riuscirò a rialzarmi e a lottare; a non mollare. Perché, come posso io abbattermi per dei futili problemi, se lui e tutte le altre persone internate nei campi hanno continuato a vivere e a sognare, senza arrendersi, adattandosi a quelle condizioni disumane che io non avrei mai potuto sopportare.
Grazie a questa opportunità che mi è stata offerta ho imparato davvero moltissime cose e non posso non esserne più orgogliosa e gratificata. Ora mi sento cambiata, più matura rispetto a qualche giorno fa e in onore di tutte le persone che tutt’oggi soffrono io non mi abbatterò e continuerò a impegnarmi per rendere il mondo un posto migliore per tutti. Dove ognuno possa essere libero; dove nessuno debba più essere considerato uno stück e dove la dignità di tutti quanti venga rispettata.
Luna

lunedì 6 maggio 2019

74° anniversario della liberazione dei campi di sterminio


In occasione delle cerimonie internazionali queste bandiere stanno a ricordare i caduti di tutto il mondo, che hanno lottato e si sono sacrificati per la nostra libertà.


La Scala della Morte è composta da 186 gradini, ognuno diverso per altezza e profonditá. Su questa, migliaglia di prigionieri hanno perso la propria vita portando un masso tre volte più pesante della loro massa corporea, ricavatosi dalla cava, che li sbilanciava ed appesantiva facendoli cadere.
La Scala era inoltre usata come punizione per i deportati politici, che, disperati, molto spesso si buttavano da essa, alcune volte portando con loro i kapò o le SS, per vendicare la loro sorte.



Il crematorio è il luogo dove si trovano i forni, dove venivano bruciati i corpi dei deportati uccisi nelle camere a gas; a volte capitava che le SS mettessero delle persone vive dentro a questi forni.

I deportati sopravvissuti raccontano che uno dei ricordi più vividi nelle loro menti è l'odore dei corpi dei loro compagni bruciati, che li accompagnava in ogni momento della loro giornata.


Qui le persone morivano a causa dello zyclon b,
inconsapevoli della realtà.  


La cosa che ci ha colpito maggiormente della cerimonia è stato il clima festoso che accompagnava il corteo internazionale e si diffondeva soprattutto tra i giovani.


sabato 4 maggio 2019

L' arrivo al castello

 Nel castello di Hartheim vennero imprigionati disabili e minorati psichici, e usati come cavie per esperimenti scientifici e medici.

Commemorazione per i deportati al Castello di Hartheim...

"Giudicare è così facile, essere giudicati un po' meno."



In onore delle 30.000 vittime di Hartheim i giovani del luogo hanno raccolto questi sassi dalle sponde del Danubio. Nel fiume infatti venivano gettate le ceneri dei deportati.

"Sono morti tutti e 30.000... non ne è sopravvissuto nemmeno uno..."

UN GIORNO A
EBENSEE
































Questa mattina abbiamo visitato ciò che rimaneva del sotto campo di Ebensee e le gallerie costruite dai deportati dal 1943 al 1945. Purtroppo le baracche e la maggior parte del campo sono state distrutte e sono state sostituite da delle villette e case comuni.